Lo scrittore Nicola Dal Falco incontra il padre nobile della cucina italiana per un confronto su una materia prima tanto pregiata qual è il succo di oliva. “Quando vivevo con i miei genitori – racconta il grande cuoco – la merenda ideale era di versare l’olio sul piatto e, poi, intingere con del pane casalingo, tagliato a fette. Buonissimo”
Nicola Dal Falco

L’olio così come lo immagina la mente
Penso al gesto tranquillo, circolare, di condire l’insalata. Ma anche le mie paste fredde. Condire a crudo.

La prima volta
con l’olio Ricordo che quando vivevo con i miei genitori, la merenda ideale era di versare l’olio sul piatto e, poi, intingere con del pane casalingo, tagliato a fette. Buonissimo.

Quando si dice olio
Penso all’ulivo, perché da quella pianta basta coglierne e spremerne il frutto. A uno, come me, che ama la materia, piace anche solo l’oliva.

L’olio nel suo ingresso in cucina
L’olio lo uso per condire a crudo, e anche per cucinare, scegliendone uno che non abbia un gusto troppo marcato.

L’olio nel piatto
Con il pane.
L’olio di dove
Sceglo, ovviamente, l’Italia, perché è nel mio DNA. Sono convinto che bisogna confrontarsi sempre con il clima e la storia del Paese e dei luoghi in cui si vive e si lavora.

L’olio prediletto
Non lo dico per ovvi motivi, ma la mia preferenza, avendo un palato dolce, va, da sempre, agli OEVO liguri

L’olio è cultura
L’olio è dei civilizzati mentre il burro dei barbari.

L’olio al ristorante
Un bravo oste e un buon cliente saranno d’accordo sul fatto che si deve usare il prodotto migliore che sia in armonia con il microclima del luogo.

Nicola Dal Falco – 16-02-2016 – Tutti i diritti riservati